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PRENOTA IN ANTEPRIMA
Autore: Edward Lear
Prefazione di Antonio Bini
Traduzione, introduzione e nota di Joëlle Carota
Collana: Comete. Scie d’Abruzzo – Viaggiatori in Abruzzo, n. 10
Direttore della collana: Peppe Millanta
Ufficio stampa: Alessandra Renzetti
Itinerari: Serena D’Orazio
Genere: Saggio con itinerari
Formato: 12×18 cm – Brossura
Edizione: novembre 2025
Pagine: 284
ISBN: 979-12-5488-152-1
Nel 1843 Edward Lear, poeta e pittore inglese, percorse l’Abruzzo tra mulattiere e borghi di pietra, e in quelle valli scoprì un teatro naturale dove il reale sfumava nell’immaginario. Le sue escursioni diventano così un taccuino di visioni: montagne che paiono quinte sceniche, riti antichi, incontri che si fanno storie, paesaggi degni di un poema epico. Ma nello sguardo ironico e curioso di Lear c’è soprattutto la meraviglia.
Anzi, le meraviglie.
La meraviglia del pittore, che trasforma in visione ogni dettaglio di paesaggio. La meraviglia del narratore, che accende di ironia e fantasia anche gli incontri più ordinari. E la meraviglia del viaggiatore, che scopre, oltre la fatica e la solitudine, la poesia nascosta nelle cose semplici. Un incanto che Lear cerca di trattenere disegnando e annotando tutto, con lo stesso sguardo che lo rese maestro del nonsense, trasfigurando l’Abruzzo in un laboratorio del meraviglioso. Un libro che ci ricorda come questa terra sia anche invenzione: un luogo in cui la realtà si lascia riscrivere dall’occhio di chi la sa guardare.
Joëlle Carota è Assistant Professor di italiano e lingue romanze presso il Dipartimento di World Languages and Cultures della Nazareth University di Rochester (Stati Uniti). Presso la stessa università dal 2022 è direttrice del programma di italiano e del centro culturale Frank Di Mino Casa Italiana. I suoi interessi di ricerca comprendono la sociolinguistica, la linguistica di contatto e le pratiche pedagogiche relative sia alle lingue ereditarie che alle lingue seconde.
Edward Lear (1812-1888), scrittore, illustratore e musicista inglese, fu un artista eclettico che unì ironia e poesia in ogni forma d’espressione. Viaggiatore instancabile, trovò nell’Italia la sua patria d’elezione e a Sanremo la sua dimora finale. Nel suo Illustrated Excursions in Italy (1846) descrisse un Abruzzo selvaggio e autentico, ritraendone paesaggi e costumi con sguardo curioso e sensibilità moderna.